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Guccini in Esperanto

Bisanzio (testo)


Canzone per la prima volta pubblicata nell'album "Metropolis" del 1981



Anche questa sera la luna č sorta
affogata in un colore troppo rosso e vago,
Vespero non si vede, si č offuscata,
la punta dello stilo si č spezzata.
Che oroscopo puoi trarre questa sera, Mago?

Io Filemazio, protomedico, matematico, astronomo, forse saggio,
ridotto come un cieco a brancicare attorno,
non ho la conoscenza od il coraggio
per fare quest' oroscopo, per divinar responso,
e resto qui a aspettare che ritorni giorno

e devo dire, devo dire, che sono forse troppo vecchio per capire,
che ho perso la mia mente in chissā quale abuso, od ozio,
ma stan mutando gli astri nelle notti d' equinozio.
O forse io, forse io, ho sottovalutato questo nuovo dio.
Lo leggo in me e nei segni che qualcosa sta cambiando,
ma č un debole presagio che non dice come e quando...

Me ne andavo l' altra sera, quasi inconsciamente,
gių al porto a Bosphoreion lā dove si perde
la terra dentro al mare fino quasi al niente
e poi ritorna terra e non č pių occidente:
che importa a questo mare essere azzurro o verde?

Sentivo i canti osceni degli avvinazzati,
di gente dallo sguardo pitturato e vuoto...
ippodromo, bordello e nordici soldati,
Romani e Greci urlate dove siete andati...
Sentivo bestemmiare in Alamanno e in Goto...

Cittā assurda, cittā strana di questo imperatore sposo di puttana,
di plebi smisurate, labirinti ed empietā,
di barbari che forse sanno giā la veritā,
di filosofi e di eteree, sospesa tra due mondi, e tra due ere...
Fortuna e etā han deciso per un giorno non lontano,
o il fato chiederebbe che scegliesse la mia mano, ma...

Bisanzio č forse solo un simbolo insondabile,
segreto e ambiguo come questa vita,
Bisanzio č un mito che non mi č consueto,
Bisanzio č un sogno che si fa incompleto,
Bisanzio forse non č mai esistita
e ancora ignoro e un' altra notte č andata,
Lucifero č giā sorto, e si alza un po' di vento,
c'č freddo sulla torre o č l' etā mia malata,
confondo vita e morte e non so chi č passata...
mi copro col mantello il capo e pių non sento,
e mi addormento, mi addormento, mi addormento...


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