Canzone per la prima volta pubblicata nell'album "L'ultima Thule" del 2012
Io che ho doppiato tre volte capo Horn e ho navigato sette volte i sette
mari e ho visto mostri ed animali rari, l'anfesibena, le sirene, l'unicorno.
Io che tornavo fiero ad ogni porto dopo una lotta, dopo un arrembaggio, non son
più quello e non ho più il coraggio di veleggiare su un vascello morto.
Dov'è la ciurma che mi accompagnava e assecondava ogni ribalderia? Dove la forza
che la circondava? Ora si è spenta ormai, sparita via.
Guardo le vele pendere afflosciate con i cordami a penzolar nel vuoto, che
sbatton lenti contro le murate con un moto continuo, senza scopo.
E vedo in aria un'insensata danza di strani uccelli contro il cielo bigio
cantare un canto in questo mondo grigio, un canto sordo ormai, senza speranza.
E qui da solo penso al mio passato, vado a ritroso e frugo la mia vita, una saga
smarrita ed infinita di quel che ho fatto, di quello che è stato.
L'Ultima Thule attende al Nord estremo, regno di ghiaccio eterno, senza vita, e
lassù questa mia sarà finita nel freddo dove tutti finiremo.
L'Ultima Thule attende e dentro il fiordo si spegnerà per sempre ogni passione,
si perderà in un'ultima canzone di me e della mia nave anche il ricordo.