Canzone per la prima volta pubblicata nell'album "L'ultima Thule" del 2012
Notti che durano non so quante ore
cascate impetuose o gocce in un mare
notti che bruciano su una ferita, notti boccate di vita
Notti indelebili che marchiano un volto
notti invisibili senza raccolto
notti da incorniciare, ore di plastica da riciclare.
Notti che spaccano il calendario senza brindare per l'anniversario
vasi di tempo che invecchiano l'uomo e le facciate di un duomo.
E con coraggio potrai viverle fino alla fine
o chiuderle in una bacheca,
ma è un'esistenza più cieca.
Con l'incoscienza potrai spenderle tutte in un sogno
per annegare il rimpianto e dare voce al tuo tempo
o forse le dimenticherai
forse le ascolterai.
Notti in difesa giocate di sponda
lì ad aspettare la tua giusta onda
notti da preda, da belva o da insetto
fuggite o prese di petto impermeabili ad ogni ricordo
C'è chi ne parla ma io resto sordo
notti acquazzoni d'estete
nubi gonfie di storie perdute
Le notti scivolano o raschiano il fondo
lievi di schiuma o pugni di piombo,
imprevedibili come naufragi,
notti da cani randagi.
Con la costanza potrai
seguirle fino a un traguardo,
voltarti indietro stupito,
ché non sei neanche partito.
Con la coerenza potrai
difenderle dalla vergogna,
o dare ragione a uno sbaglio,
strapparti di dosso il guinzaglio;
o forse le cancellerai,
forse le canterai.