Canzone per la prima volta pubblicata nell'album "L'isola non trovata" del 1971
Fra i fiori tropicali, fra grida di dolcezza, la lenta, lieve brezza
scivolava
e piano poi portava, fischiando fra la rete, l' odore delle sete e della spezia.
Leone di Venezia, Leone di San Marco, l' arma cristiana č al varco dell'
Oriente:
ai porti di ponente il mare ti ha portato i carichi di avorio e di broccato.
Le vesti dei mercanti trasudano di ori, tesori immani portano le stive;
si affacciano alle rive le colorate vele, fragranti di garofano e di pepe.
Trasudano le schiene schiantate dal lavoro, son per la terra mirra, l' oro e
incenso.
Sembra che sia nel vento su fra la palma somma il grido del sudore e della
gomma.
E l' Asia par che dorma, ma sta sospesa in aria l' immensa, millenaria sua
cultura:
i bianchi e la natura non possono schiacciare i Buddha, i Chela, gli uomini ed
il mare.
Leone di San Marco, leone del profeta, ad est di Creta corre il tuo vangelo;
si staglia contro il cielo il tuo simbolo strano: la spada e non il libro hai
nella mano.
Terra di meraviglie, terra di grazie e mali, di mitici animali da bestiari;
s' arriva dai santuari, fin sopra all' alta plancia, il fumo della gangia e
dell'incenso.
E quel profumo intenso č rotta di gabbiani, segno di vani simboli divini
e gli uccelli marini additano col volo la strada del Katai per Marco Polo