Canzone per la prima volta pubblicata nell'album "Due anni dopo" del 1970
Giorno d'estate, giorno fatto di sole,
vuote di gente son le strade in cittā,
appese in aria e contro i muri parole,
ma chi le ha dette e per che cosa chissā.
I manifesti sono visi di carta che non dicono nulla e che nessuno pių guarda,
colori accesi dentro ai vicoli scuri,
sembrano un urlo quelle carte sui muri,
sembrano un urlo quelle carte sui muri...
Giorno d'estate, giorno fatto di vuoto,
giorno di luce che non si spegnerā;
sembra d' andare in un paese remoto,
chissā se in fondo c'č la felicitā.
Un gatto pigro che si stira sul muro, sola cosa che vive, brilla al sole
d'estate;
si alza nell'aria come un suono d'incenso,
l'odore di tiglio delle strade alberate,
l'odore di tiglio delle strade alberate...
Giorno d'estate, giorno fatto di niente,
grappoli d'ozio danzan piano con me,
il sole č un sogno d'oro, ma evanescente,
guardi un istante e non sai quasi se c'č.
Dentro ai canali l'erba grassa si specchia, cerchi d'ombra e di fumo sono voci
lontane;
nell'acqua il sole con un quieto barbaglio
brucia uno stanco gracidare di rane,
brucia uno stanco gracidare di rane...
Giorno d'estate senza un solo pensiero,
giorno in cui credi di non essere vivo,
gioco visivo che non credi sia vero
che puō svanire svelto come un sorriso.
Vola veloce ed iridato un uccello come un raggio di luce da un cristallo
distorto:
vola un moscone e scopre dietro a un cancello
la religiosa sonnolenza d' un orto,
la religiosa sonnolenza d' un orto...